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Le classi quinte della Positano scoprono il frantoio Tinelli

Conoscere il proprio territorio significa anche capire e conoscere cosa esso produce. Per questo, mercoledì 12 novembre, noi alunni delle classi V A-B della scuola primaria F.sco Positano, con lo scuolabus comunale e accompagnati dalle nostre insegnanti Pace Antonella, Castellana Pasqua, Scialpi Angela e Lippolis Antonisia, abbiamo raggiunto l’azienda “Tinelli Vittoriano”, in agro di Noci. Ad accoglierci abbiamo trovato la Dott.ssa Marina Tinelli, proprietaria dell’azienda, insieme a suo fratello Vittoriano, che con infinita pazienza ci ha guidati nella visita all’uliveto e al frantoio. Abbiamo prima visitato il meraviglioso uliveto, composto da 1500 alberi d’ulivo di cui 900 secolari di varietà “cima di Mola” (o pezzùtele in dialetto nocese) e gli altri 600 di circa 20 anni di età, di varietà nociana e leccina, tra questi ci sono alcuni alberi che hanno anche 50 anni. Marina ci ha detto che l’azienda si estende per circa 10 ettari e che il frantoio è stato realizzato nel 2005. La raccolta delle olive non viene fatta manualmente, ma con scuotitrici meccaniche che scuotono l’albero e fanno cadere le olive, che, raccolte, vengono subito portate e macinate nel vicino frantoio. Il periodo della raccolta, che va solitamente da ottobre a novembre, viene chiamato “invaiatura”. Dalle olive raccolte direttamente dall’albero si ricava olio extravergine di oliva, che è l’olio più pregiato e salutare per eccellenza, poiché contiene meno acidità e più polifenoli (antiossidanti che mantengono giovani le nostre cellule), che danno una nota piccante all’olio, ma che fanno molto bene alla nostra salute. Dalle olive si ricava anche l’olio vergine, che ha un tasso di acidità più elevato e infine, dalle olive molto mature, raccolte da terra, si estrae l’olio lampante che anticamente era molto richiesto, perché serviva ad alimentare l’illuminazione pubblica e privata, costituita da lampade ad olio. L’olio lampante, insieme all’olio di sansa (scarto di lavorazione delle olive), non è commestibile, ma molte aziende alimentari lo usano perché costa poco rispetto all’olio extravergine. La maestra Antonella ci ha detto che purtroppo in tutti i biscotti e merendine che noi mangiamo, prodotti dalle grandi aziende nazionali e multinazionali, di olio di oliva non c’è neanche una goccia; infatti, se leggiamo le etichette, troviamo solo oli vegetali non idrogenati o olio di palma, che è il più diffuso, ma il più nocivo per la nostra salute. Quindi sarebbe preferibile mangiare biscotti fatti in casa, magari dalle nostre mamme o nonne con olio extravergine di olive. Dopo questa interessante lezione ascoltata all’ombra di giganteschi ulivi secolari, ci ha raggiunti il Sig.Vito Tinelli, padre di Marina, che ci ha invitati ad osservare attentamente le fasi di produzione dell’olio extravergine di oliva. La prima fase consiste nella pulitura delle olive, che vengono separate dalle foglie e lavate con acqua; successivamente, attraverso un ciclo continuo, passano in una macchina che schiaccia le olive con dei piccoli martelli (molitura) e le trasforma in una pasta che gira nella gramola per circa un’ora (gramolazione). La maggior parte dell’olio infatti è contenuto nella polpa (circa l’80 %). Dopo questa fase, si separa l’olio dalla pasta con un processo di centrifuga che separa l’olio dalle altre sostanze in base al loro peso e infine si purifica l’olio che viene successivamente imbottigliato o messo in lattine e conservato in un luogo buio e fresco. Nel frantoio abbiamo apprezzato il tipico sentore fruttato dell’olio, che notiamo soprattutto quando l’olio viene prodotto. Quanto lavoro per produrre il nostro “Oro di Puglia”! Ma ne vale proprio la pena. La nostra regione infatti è la prima produttrice nazionale di olio extravergine d’oliva. Abbiamo ringraziato Marina e il sig.Vito Tinelli e soddisfatti dell’interessante esperienza siamo tornati a scuola.

Gli alunni della classe V A/B

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